
Consulenza genitoriale
Quando può essere utile?
Spesso l’intervento clinico non è rivolto direttamente al bambino (soprattutto quando è molto piccolo), ma mira a trasmettere ai genitori una serie di abilità di gestione dei comportamenti problematici manifestati dal figlio. In tal senso, in quasi tutti gli interventi terapeutici è previsto il coinvolgimento dei genitori del bambino, in modo tale da rafforzare le loro abilità educative e da renderli dei partner efficaci nel piano terapeutico. Il coinvolgimento dei genitori comporta due altri importanti vantaggi: in primo luogo, si possono ottenere una serie di informazioni sul bambino dotate di elevato valore ecologico, che altrimenti andrebbero perdute; in secondo luogo, si favorisce la generalizzazione dei miglioramenti del piccolo paziente al di fuori del setting terapeutico.
Alla base dei programmi di Parent Training possiamo individuare anche un’altra ragione, riguardante il ruolo di distorti atteggiamenti genitoriali nella genesi o nel mantenimento dei disturbi psicopatologici del bambino. Infatti, la presenza di disturbi psichici nei genitori si riflette spesso in una carente abilità di autoregolazione emotiva da parte del bambino. Inoltre, si è rilevata una stretta correlazione tra bassa autoefficacia ed elevati stati d’ansia dei genitori, da un lato, e l’assunzione di comportamenti educativi caratterizzati da eccessiva punitività, intrusività e ridotte abilità di problem solving, dall’altro. Tutto ciò può determinare nel bambino l’insorgenza di differenti stati di malessere emotivo e comportamentale.
Infine, è opportuno ricordare che anche l’incoerenza educativa tra i genitori, oppure da parte dello stesso genitore in momenti differenti, è spesso all’origine di comportamenti disfunzionali del bambino, come eccessiva aggressività, impulsività. L’insieme di questi atteggiamenti genitoriali interagisce, ovviamente, con alcune caratteristiche del figlio, come ad esempio il suo livello di iperattivazione di fronte a stimoli eversivi anche di lieve entità, i bassi livelli di tolleranza della frustrazione. In definitiva, quindi molti disturbi emotivi e comportamentali del bambino possono essere causati, o almeno mantenuti e aggravati, dall’interazione di questi fattori.
Generalmente si possono individuare alcuni deficit educativi da parte dei genitori di bambini problematici, come: difficoltà a gestire in maniera razionale la disciplina; scarso monitoraggio del comportamento del bambino, con tendenza a sovrastimarne i problemi, ignorandone le abilità possedute; limitato rinforzamento dei comportamenti adeguati del bambino; ridotte abilità di problem solving interpersonale.
Quali sono gli obiettivi della consulenza genitoriale?
- Trasferire ai genitori una serie d’informazioni sulle problematiche in età evolutiva e sulle modalità più corrette per una loro gestione;
- Insegnare delle modalità obiettive di osservazione e di registrazione dei comportamenti del bambino. In questo modo, il genitore potrebbe accorgersi che gli atti aggressivi del figlio sono in realtà meno numerosi di quanto pensasse. I genitori dovrebbero osservare anche alcuni comportamenti adeguati e positivi del bambino, in modo tale da evitare un’eccessiva focalizzazione sul deficit;
- Utilizzare le stesse modalità osservative per monitorare il proprio comportamento educativo in interazione con il bambino. Così, ad esempio, il genitore potrebbe accorgersi che di fronte ai comportamenti disturbanti del figlio, tende a rinforzarli involontariamente, dando ad essi attenzione;
- Trasmettere una serie di modalità di gestione del comportamento infantile. Particolare attenzione dovrebbe essere posta ad illustrare i cosiddetti “contratti educativi”, attraverso cui si può giungere ad un sistema razionale di gestione della disciplina;
- Far apprendere ai genitori una serie di abilità di problem solving interpersonale e di autocontrollo emotivo. In tal modo si raggiungono due sotto-obiettivi: a) il genitore riuscirà ad affrontare eventuali comportamenti disturbanti del bambino secondo una logica razionale, evitando così atteggiamenti inutilmente punitivi; b) si porrà come modello adeguato, che non reagisce ai problemi in maniera aggressiva o impulsiva.