
Che cos’è Mindfulness?
“Porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, al momento presente, in modo non giudicate, non critico e di accettazione (Jon Kabat – Zinn, 2003).”
E’ un addestramento sistematico allo sviluppo di una nuova saggezza, basato sulle nostre intrinseche capacità di rilassamento e di auto-osservazione interna.
La teoria
È semplice… ma non facile
La pratica consiste proprio : nell’essere ciò che siamo in quel preciso momento e nell’imparare ad accettare ciò che c’è, compresi i pensieri e gli eventuali dolori.
La mente è automaticamente portata a dare dei giudizi e non tutti hanno la pazienza di attendere per giudicare.
La Mindfulness differisce dai tipi di meditazione basati sulla concentrazione (es. Meditazione Trascendentale) che richiedono, invece di focalizzare l’attenzione su un singolo stimolo – una parola, una sillaba, un suono, un oggetto o una sensazione. Quando l’attenzione si sposta ad altri stimoli, viene subito riportata a quello originale.
Nella Mindfulness, al contrario, gli altri stimoli rappresentano altri stimoli da osservare, anche se in modo non critico.
La mindfulness porta a:
- Una significativa riduzione dei sintomi fisici e psicologici su un lungo periodo;
- Profondi e positivi cambiamenti dell’atteggiamento, del comportamento e della percezione di se stessi, degli altri e del mondo.
Accettare l’intera catastrofe… la nostra vulnerabilità
Le situazioni stressanti della vita sono interminabili. Tutti affrontiamo avvenimenti di dolore e di angoscia che in certi momenti possono sembrare insostenibili… eppure vanno sostenuti;
ogni percorso umano ha le sue storie di tragedia e di perdita, di delusione e di paura, di fragilità, di dolore del corpo…eppure vanno sostenuti.
La vita non può essere controllata o prevista ed è un fluire continuo e tutto ciò che ci appare permanente in realtà è solo momentaneo e costantemente in via di trasformazione. La nostra sofferenza parte da un profondo e sottile senso di insoddisfazione che deriva dai nostri pensieri, giudizi e dal continuo lavoro della mente.
I giudizi
L’attività principale della mente è emettere giudizi e desideri.
Ci sono tre categorie di esperienze:
- Buone
- Cattive
- Neutre
Tendiamo a valorizzare e a desiderare gli eventi che abbiamo classificato secondo giudizi positivi, mentre cerchiamo in tutti i modi di allontanare o reprimere gli eventi appartenenti alla categoria opposta.
I desideri e bisogno di controllo
Una volta ottenuto ciò che desideriamo, sopraggiungono pensieri che ci fanno avere paura di perdere ciò che abbiamo ottenuto. La perfetta felicità è avere tutto sotto controllo.
Mindfulness è l’abbandono di questo atteggiamento: questa nuova modalità consiste nell’accogliere e nel permettere alle cose di essere esattamente come sono senza giudicarle.
Consapevolezza e Pilota Automatico
La capacità di essere consapevoli – di dare quindi attenzione ad ogni momento della nostra esistenza – è presente in ognuno di noi. Bisogna perciò riuscire a coltivare l’attenzione per il momento presente. Lo sviluppo della consapevolezza è cruciale.
Diventando più consapevoli dei nostri pensieri, sentimenti e sensazioni corporee, attraverso la Mindfulness, diamo a noi stessi dunque la possibilità di essere più liberi. Lo scopo della Mindfulness è dunque aumentare la consapevolezza così da poter rispondere alle situazioni senza reagire più in modo automatico.
I 7 pilastri: i fondamenti della pratica
1) Il non giudizio
Giudichiamo tutto il contenuto della nostra esperienza ed etichettiamo tutto come buono o cattivo. Reagiamo ad ogni esperienza in termini di quello che riteniamo essere il suo vero valore per noi.
2) La pazienza
La pazienza è una forma di saggezza che nasce dalla comprensione e dall’accettazione che le cose hanno un loro naturale tempo di maturazione. Non dobbiamo innervosirci o arrabbiarci se la nostra mente è costantemente occupata a produrre pensieri o giudizi. Dobbiamo lasciarci lo spazio per vivere queste esperienze perché sono comunque le nostre esperienze in ogni momento, sono la nostra realtà
3) La mente del principiante
Bisogna guardare ogni cosa come se fosse la prima volta che la vediamo. Nella meditazione nessun momento è uguale ad un altro, come nella vita ciascun momento è unico e contiene possibilità uniche.
4) La fiducia
E’ necessario sviluppare la fiducia nella nostra esperienza e nelle nostre sensazioni. Praticando la consapevolezza e la meditazione pratichiamo anche un’assunzione di responsabilità ed essere noi stessi: impariamo a navigare da soli. Se abbiamo fiducia nelle nostre capacità di perseverare attraverso gli alti e i bassi, in tutte le condizioni atmosferiche, arriveremo alla meta.
5) Non cercare il risultato
Il raggiungimento dei risultati avverrà da sé. Cercare un risultato è un ostacolo che mettiamo allo sviluppo della consapevolezza
6) Accettazione
Non consiste nell’essere soddisfatti delle cose così come sono o nell’assumere un atteggiamento rassegnato. Accettazione significa riuscire a vedere le cose così come sono. Nella meditazione accettazione vuol dire accettare le emozioni, anche quelle che speriamo di non avere; accettare le nostre esperienze, anche quelle che odiamo. Il processo di diventare chi possiamo diventare inizia innanzitutto con la totale accettazione di noi stessi.
7) Lasciare andare
Dobbiamo sforzarci di praticare il non-attaccamento a certe idee. Il lasciare andare è una forma di accettazione delle cose così come sono. L’esperienza del lasciarsi andare non è un’esperienza strana o sconosciuta. Bisogna limitarci a osservare gli eventi e registrarli, senza concedergli ulteriore energia. Se poi un pensiero ha una presa molto forte, possiamo trattenerlo, così impareremo a osservare i nostri attaccamenti e il loro effetto nella nostra vita.
Quando è utile?
Attualmente la Mindfulness è estesa nel campo della terapia cognitivo-comportamentale ed è applicata per:
- Depressione
- Stress
- Disturbi alimentari
- Infanzia
- Ansia
- Coppia
- Disturbo borderline di personalità